Commercio equo-solidale/importatori
Nell'ambito del commercio equo-solidale, i cosiddetti importatori svolgono un ruolo particolare che li distingue dalle abituali imprese di import-export operanti nel commercio internazionale, infatti non possono andare semplicemente alla ricerca del massimo profitto, ma devono valutare, oltre all'opportunità economica anche se i produttori rispettano i criteri tipici del commercio equo-solidale.Tra gli importatori si possono distinguere grosso modo tre categorie:
- piccoli importatori legati a singoli o pochi progetti
- le centrali di importazione (vedasi oltre)
- imprese normali che si riforniscono presso produttori certificati
Le imprese qui indicate come normali sono solitamente imprese che preesistono al commercio equo-solidale, ma che per propria storia o semplicemente per opportunità economica decidono di introdurre nel proprio sortimento anche prodotti equi. Tendenzialmente non seguono direttamente i progetti dei produttori, ma lasciano che siano organizzazioni esterne a certificare l'equità del rapporto commerciale e del comportamento dei produttori (vedasi /Transfair e /Max Havelaar). Tra questi importatori ci sono aziende note come le Coop e, in Svizzera, la Migros.
Questo passaggio intermedio non si limita agli aspetti amministrativi e logistici dell'importazione
o della distribuzione, ma fin dagli inizi contempla pure l'organizzazione
della trasformazione dei prodotti: torrefazione del caffè, produzione di cioccolata,
biscotti, crema di nocciole, tè solubile, ecc.
In quanto a diretto contatto sia con i produttori che con i dettaglianti (e pertanto vicino ai consumatori)
era naturale che fossero queste centrali a preparare il materiale informativo
destinato a informare il consumatore delle origini dei prodotti, dei progetti e, per molti prodotti,
della formazione del prezzo (vedasi /Prezzo trasparente).
Spesso valutano direttamente sul posto o in collaborazione con altri
importatori, se i progetti dai quali derivano i prodotti
rispondono ai criteri autoimposti del commercio equo-solidale.
I progetti vengono a volte iniziati direttamente da queste centrali
sentiti gli operatori legati all'aiuto ai paesi sottosviluppati o in via di sviluppo.
Altre volte riprendono progetti già avviati da altri.
Essendo il prefinanziamento una caratteristica fondamentale del commercio equo,
le centrali creano di fatto dei circuiti finanziari alternativi (vedasi finanza etica),
basandosi sul risparmio sociale.
Da questa esperienza in Italia sono nate prima le finanza etica/MAG
e poi esperienze come la Banca Etica.
Argomenti correlati: import, commercio internazionale, economia internazionale, economia
Le centrali di importazione
Le cosiddette centrali di importazione sono il risultato del successo commerciale
che ha portato alla crescita dei punti vendita (vedasi /Bottega del Mondo) e dunque
alla convenienza a creare un passaggio intermedio tra l'importazione dei prodotti
e la vendita al consumatore finale. Per queste loro origini non hanno come obiettivo
la massimizzazione del profitto. Anche nel loro statuto o ragione sociale
non è sempre formalmente vietato distribuire gli utili ai soci, ciò
di fatto non avviene, essendo spesso i soci legati al volontariato
che non vedrebbe di buon occhio una tale pratica.
Qualche centrale di importazione:
Vedi anche: finanza etica
Link esterno
Banca Etica